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12-20/05/2014 mostra all'Urban Center Milano
08/12/2013 masstudio colpisce ancora: 2° premio!
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vema
biennale di venezia 2006
residenziale, disegno urbano, paesaggio, ricerca
2006
2026 Un “gap temporale” di 20 anni che valore ha? Ci costringe ad esulare dall’idea di un futuro fantascientifico e a ragionare su temi che, in breve tempo, diventeranno di scottante attualità. Ci costringe a pensare che un progetto per la città del prossimo futuro, forse, non può definirsi e prendere forma solo attraverso una proposta architettonica la quale, per quanto ‘futuristica’, inevitabilmente congela e blocca in forme soggettive, quello che probabilmente dovrà essere il campo di azione dell’architettura dei prossimi vent’anni, il capo del processo, delle strategie.
Si è proposto, pertanto, un “progetto possibile” come progetto di una strategia piuttosto che come progetto di una forma. Si è scelto di materializzare, di dare visibilità, a quei processi possibili che potranno essere alla base della trasformazione del futuro fatto urbano.
 
Il parco di Vema simboleggia il parco per il futuro : luogo –non solo simbolico- di scambio fra uomo e suolo, che accoglierà le risorse residue e si configurerà come “vivaio delle disponibilità”: biomassa, energia geotermica, processi chimico, fisici e spirituali/percettivi, dove rigenerare le risorse esistenziali attraverso input sensoriali.
Un parco come vivaio, luogo di trasformazione, conversione e recupero delle risorse nelle due forme possibili: materia ed energia e come corridoio ecologico e grande bosco della città.
Un Parco come bosco di trasformazione di energia in materia, grazie agli alberi, organismi in grado di riciclare l’anidride carbonica prodotta dalla città, e, con l’ausilio di energia solare, di trasformarla in materia organica. Lo scarto di questa lavorazione torna come risorsa alla città sotto forma di ossigeno.
 
Il progetto della residenza raccoglie l’esempio di “forestazione urbana” e sottolinea il rapporto simbiotico tra l'uomo e gli altri elementi naturali e ambientali.
Le abitazioni e gli spazi per il lavoro saranno scavati nel terreno e si affacceranno su pozzi di luce con la funzione di giardino o di piazze pubbliche.
Gli spazi interrati si dispongono a partire dall'asse che divide idealmente l’isolato. Tale asse prende la forma di un strada e garantisce la connessione fisica ed assume la funzione “access point” alla rete del virtuale. Ovunque e dovunque, sarà possibile accedere alla rete e comunicare con gli altri, trasmettere o ricevere dati in tempo reale. L’isolato si configura, quindi, come gli "hub" della teoria delle reti, e fornisce collegamenti rapidi ed efficienti tra elementi distanti e distinti, della popolazione.
programma partecipazione ad inviti alla 10° BIENNALE D’ARCHITETTURA DI VENEZIA padiglione italiano “italia y vema 2026”
progettazione 2006
premi Concorso “il Giornale dell'Architettura” miglior progetto esposto alla X Biennale d'Architettura di Venezia. 1° premio.
gruppo di progettazione Chiara Martini, Lorenzo Rossetti, Simone Colombo, Gabriele Sposato
architetto partner mecanoo architecten, delft (NL)

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